Questa massima è attribuita a Fritz Perls, psichiatra psicoanalista e fondatore della Psicoterapia della Gestalt. Perls, fu uno dei primi spezzare gli schemi del freudismo ortodosso e di sperimentare e diffondere una nuova terapia, che egli chiamò “terapia della concentrazione”.

Facendo ricorso a varie fonti, tra cui le tecniche teatrali di drammatizzazione e le tecniche meditative dello Zen, Perls attivò un processo di sintesi creativa, in accordo con la cultura emergente (periodo della “beat generation” e nascita della psicologia umanistica), volta al risveglio della libertà e creatività individuale, in contrapposizione alla visione scientifico meccanicista, in cui erano inseriti a pieno titolo psicoanalisi e comportamentismo.

Perls riuscì dunque a elaborare un approccio olistico, che guardava alla persona come a una unità di corpo-mente, sottolineando la necessità di recuperare l’esperienza corporea come una componente fondamentale troppo spesso trascurata.

Il punto è proprio questo: le nuove tecnologie, lasciate sempre più libere nel campo della sperimentazione, ti stando portando sempre di più verso una realtà virtuale, in cui la mente prende il sopravvento sul corpo.

Il tuo corpo e i tuoi sensi sono il primo ponte di contatto verso l’esterno, l’unico strumento, che inizialmente il bambino utilizza per esplorare, sperimentare e conoscere.

Perls sapeva bene che il corpo è ciò che ti riporta sempre al qui e ora, il respiro, le sensazioni nel momento presente. Concetti questi che ritroviamo nello yoga, nella meditazione, nel mindfullness e in molte pratiche spirituali. Queste ti insegnano a rimanere radicati ai sensi, controllando il flusso caotico della mente.

In un’era così altamente tecnologica, in cui moltissime apparecchiature stanno sostituendo la capacità diretta e fisica dell’uomo di agire nel mondo, c’è da chiedersi che fine farò il corpo e quale il suo peso rispetto alla mente.

Ci potremmo ritrovare nella scena in cui Morpheus chiede a Neo: “Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere… quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello”.

Se quindi tutto è riconducibile a segnali elettrici rielaborati dal cervello, il corpo che funzione assolve in definitiva?

La mia risposta è che attraverso il corpo noi non solo esistiamo, ma possiamo toccare, sentire, vibrare e vivere davvero, anche all’interno di un’illusione creata dalla mente.

Cosa ne pensi?

Che rilevanza ha il tuo corpo nella vita di tutti i giorni, aldilà di un fattore estetico?

Sai farne strumento elettivo per esplorare e conoscere la realtà intorno a te?

Lasci che la mente prenda il sopravvento?

Come fai ad armonizzare mente e corpo in un tutt’uno che generi benessere in te?